poetry / Italian
NESSUNO INTENDE NESSUNO
ho avuto tante volte delle pretese assurde
credevo che la mia anima fosse un radar
perfetto per i tuoi passi, per il tuo respiro
per il tuo pianto.
potremmo essere finalmente nei panni altrui
nel cuore del prossimo, con amore, redentori giungere
se non scoprissimo delusi di essere
i prigionieri della nostra propria pelle .
il tuo canto e il tuo pianto, il tuo sguardo,
le emozioni, la tua unicita ed i tuoi sogni
sono tutti i miei, per eternita
ma tutti, per sempre, saranno stranieri per me
scoppiando in lacrime ti stringo perduto
ti abbraccio come non potro mai piu abbracciare
nessuno
esisti in me piu profondamente che nel tuo cuore
e sconvolto ti sussurro da lontano:
– nessuno ha mai inteso nessuno.
DA NESSUNA PARTE
Non sono presente in nessun posto
e da nessun posto sono assente
ho desiderato spesso
di non esistere piu
benché non fossi mai vissuto
veramente.
qui vicino sbocciano, maestose, le ortiche
qui vicino gli aerei colorati
decollano.
non sono stato condannato in nessun posto
ed in nessun posto mi posso salvare.
AUTORITRATTO
Tutto cio che potrei toccare
e non tocco …
Tutto cio che potrei capire
e non capisco …
Tutto cio che potrei essere
e non sono.
SOLANGE
lei mi ha illuminato la via
al tempo in cui, gli occhi chiusi
cercavo, con paura, un posto
dove riparassi il lume degli occhi
Sempre lei mi ha detto
quando mi sono sdraiato tranquillo
sulla ferrovia
che, appena le speranze
mi fossero avvelenate,
potevo incominciare a sperare.
madre e figlia per me,
confine ed infinito,
lei non si e ancora mostrata.
la sua storia nessuno dice
la sua storia nessuno scrive
la sua storia, la sapevo tutta
anche prima di esser nato.
STORIA D´AMORE
( SCELGO SEMPRE TE )
quando stramazzavo credevo di innalzarmi
ero malato, incantato dai miei propri confini
una voce di dentro – straniera – mi sussurava
che dentro era fuori, mentre il fuori si trovava
profondamente dentro.
poi ti ho scorto per la prima volta
molto dopo che ti avevo strinto fortemente in bracci
il mio pensiero ti ha scelto ed io scelgo sempre te.
ogni momento scopro di vivere dentro di te ma
me ne allontano per non perderti.
PERDONAMI
Se il mio strazio
ti tocca
perdonami.
TENTATIVO DI AFFACCIARSI
quando ti pieghi
su di me
su chi ti pieghi ?
e quando mi aspetti
a lungo,
quando mi aspetti
cosi,
con una specie de speranza affranta
chi aspetti ?
LA MIA MORTE – LA MIA VITA
Se la cose non mi avessero colpito
con tanta rabbia
forse non le avrei viste
forse non me ne avrei mai accorto
la mia tristezza e la mia gioia .
talvolta mi e permesso di vedere
come si accoppiano il male e i bene
come da loro saldatura spuntano
tutte quelle che esistono:
la mia morte – la mia vita.
non avrei mai trovato la mia via verso te
se non avessi girato per il mondo senza meta .
se non fossi accecato dal buio notturno
se i deserti non mi avessero
carezzato.
talora nel mezzo della tempesta
mi invade una pace profonda
e mentre sono colpito, calpestato, stracciato
scorgo tranquillamente
come la mia morte nutre
la mia vita.
ANSIEDAD
le tue gambe malferme, dalle forme imprecise,
esitanti
delle colonne sfidanti hanno innalzato in me ……..
mi vieni incontro per la strada
a braccetto di uno straniero
ed ia vivo con intensita
le vostre notti d´amore
nessuno ti ha toccato
cosi profondamente
come l´ho fatto io nei miei sogni confusi.
quando ti ho scorto per la prima volta
portavi il segno che speravo
con meraviglia portavi quel segno
che, una volta, ci aveva unito
con sfizza mi mettevi alla berlina dallo sguardo
ma i tuoi occhi pieni di lacrime mi chiamavano furtivamente
e mi hanno parlato soavi, lambiccati
finché mi sono riscosso, sconvolto e ho sentito
d´un tralto che qualcuno dentro di me ti rifiuta
qualcuno arrabbiato, impaurito, spogliato ….
e sempre quella sera ha visto
che la mano che ti rifiutava trovava appoggio in te
e la bocca che ti bestemmiava bramava il tuo gusto
piu tardi, molto piu tardi
in tuo braccio
da me stesso
mi nascondero
I MIEI VAGITI DI BAMBINO
mi avvicino alla vecchiaia e continuo a nascondere
sotto l´abito
i miei vagiti di bambino
Dio, rimango sempre indietro !
la malinconia ed il vuoto
appoggiano
il mio universo troppo piano
gli ostacoli e l´incertezza
decidono
per me
lo spavento viene a trovarmi
insieme alla speranza
neanche un secolo se vivessi
non mi basterebbe per
piangere in terra
fino alla fine
questa mia vita
che e sul punto di sfuggirmi.
DOMANDE DI NOVEMBRE
quando devo ancora aspettare
per saper, infine, qual´ e la mia parte ?
per quanto posso ancora stramazzare
senza ritorno, senza via d´uscita ?
da dove capitano nella mia anima
tanti spaventi, tanto scacco ?
quali sono i confini, qual´e la parte
dov´e la forza e dove la debolezza
dove cadono tutte le lacrime del mondo
e dove vadono i nostri strazi ?
perché fa subito sera adesso
e perché gli uomini si nascondono?
AVVITARSI NELLA VITA
AD UN ORDINE SECRETO, INSOSPETTATO
sono stato sempre affascinato
dell´attimo in cui gli uomini perdono le loro ali
dal momento in cui incominciano a fissarsi lentamente
nella loro vita
con frenesia
sempre con la stessa meraviglia
ho guardato perplesso come si affondano i miei prossimi
indifferenti, stanchi
con una tristezza dolce, esauriti, fiacchi,
in questa loro vita di stucco .
di nascosto, zitti anche gli amici si sono fissati avvitati
gli uni pian piano, come per scherzo, con un sorriso discreto
gli altri decisi, accaniti si sono scossi presto
dai primi peli della giovinezza –
e in vano grido verso di loro, in vano urlo disperato
e li tiro indietro per le gambe …….
sono entrati a meta corpo, fino alla testa
nella loro vita
e non vogliono, non vogliono affatto
sentire altro qhe lo stridore monotono
del loro avvitarsi in questo mondo, in questa loro vita
in questa loro morte
ahi ! i miei amici sono tutti scomparsi
inghiottiti dalle loro esistenze inutili, affamate, grigie,
disperate
ed io, strano, inesperto, vedo come il posibile sta per angustarsi,
e diventato una macchia, una traccia e poi
sparisce nel soffio irreale di un ricordo
del quale nessuno puo testimoniare.
LA MIA VITA
la mia vita e una lunga fila di vani
che – improvvisamente – non vogliono piu communicare
( tra ) tra di loro.
la mia vita – un orologio
caricato una volta
da una mia vicina di banco.
la mia vita – un treno che serpeggia
senza ritorno
sulla stessa vecchia ferrovia.
la mia vita – un abito nero, da sposo,
stracciato nelle sale d’ aspetto.
la mia vita – ininterrotto tentativo
di ricuperare
cio che non ho mai posseduto.
– questo sapore
paralizzante
di cenere
e la mia vita.
ANDIAMO, SONO PRONTO
Non ho ancora chiarito i misteri del mondo
– ma sono pronto, sono pronto a morire –
la luna, pacata, non ha avuto tempo di consigliarmi
– ma andiamo, andiamo senza parole inutili.
non ho avuto tempo di passare una serata con te
– ma andiamo, sono pronto, sono pronto,
aperta nella notte la mia finestra
aspetta che il destino mi venga a trovare
forse, dopo la mia partenza in fretta.
un mondo impetuoso porto ancora sulle spalle
i confini incerti tra l’ amore e l’ odio
non si sono ancora separati
Sopra di me stanno ancora sospesi misteri miti
– ma io sono pronto, sono pronto a morire.
ADESSO, QUANDO ME NE VADO
Adesso, quando me ne vado
ho tanta vergogna di te,
ho una terribile vergogna di te.
un tempo ho aspettato
anch’ io, stupito
che succedesse un miracolo
che tu salvassi i miei passi zoppi…
ma le tue acque, inutilmente,
mi hanno bagnato
i tuoi canti inutilmente
mi hanno postato.
solo tu e mia madre
di me vi siete fidate
solo tu e mia madre
avete sbagliato.
COME SE…
tra quei pini della fiducia
tra i cespugli della speranza
e tra i tuoi spaventi stranamente forieri
io passo ancora.
L’ abbaiare dei cani ci ha accompagnato
quando l’ un l’ altro ci siamo accompagnati.
i cardi ed i pruni
non avrebbero avuto senso
se io non ci fossi stato
se tu non ci fossi stata
Nei miei sogni non e morto nulla
Tutte stanno vivendo ancora
come se …
FEBBRILI PREPARATIVI DI VIAGGIO
Oggi, fortemente serrato in me stesso
potrei scendere in un viaggio nel
profondo
mi occorrono molte cose
ma prima di tutto devo chiudere la finestra
con cura.
devo chiudere i cassetti, far smettere la musica
e poi, lentamente, chiudere gli occhi.
Oggi credo che partiro lontano,
molto lontano
dai miei ricordi
soffia un vento favorevole
SEMPRE ALTRA COSA
Sempre, sempre un’ altra cosa
e piu importante
della mia vita.
gli appuntamenti sbagliati con me stesso
– sempre rimpianti
– sempre euforie
e con la morte in braccio
mi illudo che la mia morte lontana sia.
sempre un’ altra cosa mi porta via
mi inganna, mi incanta
sempre un’ altra cosa mi attrae
il piu profondo senso di questo mondo
per me viene dall’ al di la.
LE TUE LACRIME D’ ALLORA
sfigurati, disordinati,
i miei ricordi si rinnovano
ogni stagione.
ma con gli anni
diventano molto piu chiari
potrei adesso toccare
le tue lacrime d’allora.
UN NUOVO INIZIO, FORSE PROPRIO L’ INIZIO
nei tuoi occhi il mondo mi sembra giovane
ammalato e giovane, moribundo e giovane
sempre pronto ad aprirsi, con un ultimo spasimo
sulla bellezza.
la neve d’ieri sera
pare un fragile pavese
nascondendo incertezza,
l’ impazienza di essere.
SMARRITO PER LA STRADA
Se fossi stato un po’ piu debole
sarei riuscito a fare tutto
Solo un po’ piu forte se fossi stato
da molto non sarei piu esistito.
Solo quando ti ho incontrata
ho cominciato a dubitare
della tua esistenza.
LA POLVERE
( La rovina del mondo )
„C’ e un verme nascosto nell’ Universo”
( C. Noica )
anche se le cose sono gia sporche
con meraviglia vedo:
si sporcano di piu.
nessuno si ferma
nessuno avanza
una volta
ci e passato accanto
un suono puro.
quelli che l’ hanno sentito
si affrettano di dimenticarlo.
FRA LE GRATE SCORGO
IL DELICATO SCORRERE DEL DESTINO
l’ inverno non era ancora dovvero venuto
che la primavera e gia passata
non ho ancora avuto il tempo
di avvicinarmi a te
che gia ti sei per sempre allontanata.
Solo quando la morte mi ha preso gentilmente
per mano
sembra che a vivere io abbia cominciato.
RICHIUDO LA FINESTRA
Se ogni momento
gli specchi non si intorbidassero
e non rispondessero ai miei brividi d’ orrore
con il loro rabbrividire,
aspetterei forse ancora.
richiudo la finestra
che non ho mai aperta.
SUL FAR DI UNA SERA D’ AUTUNNO,
SOLO CON IL MARE
accoglimi, accoglimi, accoglimi,
con tutte le mie empieta
niente vicino mi sta
niente puo piu salvarmi
il mio posto, la mia casa
non ci sono piu.
Con peccato mi sono avvicinato alle cose
gli occhi chiusi, arrabbiato mi ci sono avvicinato.
Dio mio, la sera
gli strazi, la morte, lo schifo
mi hanno allontanato dalla mia carne,
con peccato
qui vicino qualcuno sta piangendo piano, in pace
un’ anima stracciata ripugnante di ricordi
si aggrappa alla vita
niente mi sta piu vicino
niente mi puo piu salvare
accoglimi, accoglimi, accoglimi,
e cosi sia !
IL MIO SQUILIBRIO APPOGGIA
L’ EQUILIBRIO PRECARIO DEL MONDO
Ho sognato ancora una volta
di darmi la morte
sulla soglia della felicita
e
piu triste che mai
nella mia vita
di nuovo sono
disceso.
sempre piu spesso
vado a spasso
tra le rovine della mia anima
e sempre porto con me
la tua piccola bottiglia di profumo
certo che
cortese,
mi scosto
da tutti
e cosi inciampando
credo ancora
che un bel giorno
finirei col sapere
servirti
INFINITO CROLLARE
Ho avuto vergogna:
non ti ho mai scritto
e non ho mai creduto
di poterti toccare.
Certi segni ti annunciavano
e ti nascondevano lo stesso
Fuori di me stesso
dove camminare ?
Solo sui miei sentieri
stracciati, insanguinati
solo col passo incerto, vacillante
solo col gesto indeciso
solo col sorriso rigido e nervoso
solo tremante, parlando a fior di labbra
mi sento a casa.
cosi triste
alla fine del millenio
come all’ inizio del mondo.
FUORI LEGGE
Se avessi badato a tutte le istruzioni
non sarei mai giunto da te.
Fuori legge
ti ho amato.
Fuori legge
ho respirato.
Fuori legge
scoppio in pianto.
CON TIMIDEZZA, RASSEGNATO
E tardi e il diretto non ci passa piu
e tardi su una ferrovia deserta
( e come se tornassi dalla fiera senza aver venduto tutto la merce)
E tardi tardi tardi
e – pudibondo – sto il piu alla larga
di me stesso.
Non riesco neanche ad immaginarti
e ne adesso, nenche adesso voglio riconoscere:
il momento giusto non arrivera mai.
E tardi e sento chiaramente il pianto dei miei figli
non ancora nati.
e tardi ed io non posso salvarmi
non posso salvarmi
E alla fine
mi avvicino a me stesso come ad un bambino che non desidero,
Con timidezza, rassegnato.
CONCUBINATO
Dopo che fui guarito
Scoprii che ero ammalato
Dopo che ebbi finito di amarti
Il bisogno di te
Si scateno spietatamente
Su di me.
Dopo che avrei finito di esistere
capirai, forse
tutto.
MEGLIO CHE TU SIA LONTANO
e meglio che tu sia lontano
non ti ho scritto e non ti scrivero
mai.
le medicine che mi hai mandate
le ho subito scambiate per un sigaro.
talvolta mi ricordo di te nelle piu strane situazioni
talvolta, si, rido da solo per strada
talvolta potrei anche toccarti.
e meglio che tu sia lontano
e meglio che non abbia piu
con chi confidarmi
– comunque era diventato spiacevole
di raccontarti tutto –
talvolta credo di te
un sacco di cose contrarie
tutto mi ricorda di te e
di te posso ricordarmi tutto
e, sempre piu spesso,
ho vergogna di te.
si, se, era meglio che mi avessi abbandonato
sin da quando ero nato.
QUANDO ARRIVERO DA TE ?
sono passato per tante porte
ho tirato tante tende pesanti
giorni e notti sono salito in ginocchi
ma non sono arrivato da te .
adesso stiamo accanto
stringo fortemente la tua mano
guardo i tuoi occhi pieni di lacrime
e mi domando:
quando arrivero da te ?
SUL TRAMONTO, LENTAMENTE
mio padre mi bestemmia come sempre
mi dice che porto sulle spalle
una croce troppo leggera ( sottile ):
– „Macché !
sei un uomo da nulla
uno straccio di quelli
con i quali si intasano le stufe
nelle case dei poveri
perché non tiri troppo il vento.”
Non dico niente ma lui
mi vola uno schiaffo sulla bocca
e mi strappa il bambino dalle braccia
rimproverandomi che non sia capace
di avviarlo nel mondo.
porto la mano alle labbra
e mi rallegro che il mio sangue coli,
che il mio sangue siu libero,
svincolato.
poi mio padre esce e la porta
si spezza dietro a lui
e non sono mai sazio di
ascoltare
I suoi passi fermi
calpestando la terra
LE TUE ALI OSCURAVANO ED ILLUMINAVANO
non sono mai stato
cosi ricco , ricco come oggi,
quando ho provato di indovinare te
dopo un’ aria di Vivaldi
avevi delle fantastiche ali
le tue ali coprivano il mondo
le tue ali oscuravano ed illuminavano
tutto intorno,
magnifiche, forti, le tue ali
riportavano a compimento l´Universo
– per un attimo tutti gli esseri
hanno sussulto !
nessuno s´opponeva piu dintorno
intorno a te-avvampanti, rotolando
nell´ abisso-
le fogli secche si arrampicavano supplicanti
agli alberi,
niente di conosciuto poteva piu accadere . . .
non so neanche perché mi fu concesso
di vederti, di ricordarti cosi chiaramente
non sono mai stato
cosi ricco, ricco come oggi.
SPESSO HO VERGOGNA
Non sono piu passato per il nostro parco
non lo so perché, qualcosa mi ci impedisce
non ho neanche la forza di ricordarmene
non voglio avvicinarmi alla bellezza,
ho vergogna .
oggi, per strada mi e sembrato
che tutte le donne ti rassomigliassero
pero nessuna aveva il tuo sguardo vago
e tutte mi guardavano di traverso:
ero sospetto .
d´un tratto ho deciso di ripassare
per il nostro parco, per la nostra storia
rivivere la nostra fiaba
domani mi faro coraggio e
disprezzero la mia malinconia di oggi .
oggi, per strada, fui tutto sconvolto
domani ripassero certamente per il nostro parco.
13 DICEMBRE
Commovente – la vita dell´ uomo
di sbieco, stabilito nel mondo
che guarda il cielo di traverso
tra i suoi dubbi .
alcuni credono che ogni cosa bella
provenga dal brutto
alcuni credono che la bellezza sia solo il trucco
della nudita devastatrice ,
alcuni credono che la bellezza sia solo una parola
uscita dalle anime semplici .
ho voglia talvolta
di piangere, di piangere a lungo
dinanzi a chiunque.
di piangere la sua vita, la sua giovinezza,
la solitudine, i suoi desideri
i suoi imbrogli il dolore,
gli spaventi, la felicita, le sue speranze, la bellezza…
ahi !, ogni uomo non e che un bambino
che puo essere compianto, assolto, perdonnato .
nudo sta l´uomo nel mondo
spaventato, tremante, umiliato, perplesso
come un segno di punteggiatura, come un punto interrogativo.
dinanzi a chiunque ho voglia di piangere – a lungo –
di piangere lacrime di sangue fino alla fine della sua vita
fino alla fine della mia vita .
LA LEGGE CHE PROCLAMO
ahi! come vorrei scappare
sfuggire, inebriante, sonnambulico,
evadermi, rompere questa
ragnatela
della vita e
della morte.
quello che mi fu dato, mi fu subito rapito
e non ho saputo fin´ ora neanche la legge
che proclamo .
mi urto, umile, saggio,
alle stesse porti straniere
che tocco con amore
fraterno.
sono felice, felice di avviluparmi
in questa ragnatela
della vita
e della morte.
PERPETUO ININTERROTLO
sono talvolta cosi straniero da me stesso
che mi paiono straniere
tutte quelle che sono.
allora voglio impostare
lunghe, melodiose poesie
per un indirizzo inesistente
tanto straniero da me stesso sono
talvolta
che vedo come
sulle mie ossa
spunta l´ erba
É SCRITTO NEL FATO
scappo, titubante, dalle tue lusinghe, dal tuo inganno
e ci capito poi, ancora una volta, felice
dinanzi al mare mi ritiro pian piano
ma la mia anima e adesso una burrasca
appena scappato dalle illusioni, dai sogni,
piango poi spesso, sconvolto, nell´autunno
ogni mio sperato appuntamento era accompagnato
del canto dolce e triste della separazione
una chiara confusione mi spinge per sempre
a vegliare fino alla fine sul caos finale del mondo
e da queste macerie pulite, da questo sbattere
scelgo spesso una fossa di fango
schiacciato, scomposto da questa mia vita
vi cerco tuttavia, con schifo, un riparo
scappare, sfuggire dai rimandi, dall´altesa
dalla noia voglio, voglio scappare, ma sono sempre rimandato
scappo felice dalle tue lusinghe, dal tuo inganno
e ci capito poi, ancora una volta, felice
STORIA SENZA FINE
ho imparato tardi ad amarti
– benché ti abbia sempre amato !
mi sono tardi avvicinato a te
benché ti sia sempre stato accanto.
ti stringevo in braccio avvampante
la tua presenza perpetua mi ispirava
sul radar appareva il mio cuore battendo
mentre il tuo pian piano svaniva .
appassiva il tuo sorriso diafano
la tua dolcezza si trasformava all´improvviso in riscossa
ho imparato tardi ad amarti
tardi mi sono avvicinato a te !
CHE COSA ASPETTO ANCORA
che cosa sto ancora aspettando adesso
quando non aspetto niente, mai piu ?!
ho contato attentamente
tutti i miei difetti
le mie debolezze
e tutta la mia sfortuna,
dall’ anima leggera
nel mio cuore
li ho raccolti
– che cosa aspetto ancora ?
la desolazione, la solitudine
rimasugli stracciati
e annebbiati della perplessita,
le infezioni, il fango, la scoria, la confusione,
mi hanno riscaldato, mi hanno soffocato
mi hanno sfiorito
e pero ………..
e pero
adesso
quando niente aspetto di piu
che cosa sto dunque aspettare ??
ANGELO CUSTODE
non ti trovavo da nessuna parte
pero eri dapperttutto,
non ti incontravo in nessun posto
eppure tu mi incontravi .
cercavo di staccari precisamente il mio
da quello dintorno, straniero
e solo piu tardi ho saputo che vivevo
per te e attraverso te.
uscito colpevole dall’ adolescenza
sognavo pallido ai ratti dal Serraglio
non incontravo piu me stesso
– solo tu mi incontravi !
INEBRIANTI SONO LE ACQUE DELLA VITA
attimi sconsolati passano di nascosto
l´attesa mi ha sempre giovato
la tua dolcezza e la mia via verso il cielo e forse
niente altro mi e destinato
in ogni posto trovo cagioni di tristezza
ed in ogni posto, pero, trovo piu tardi la gioia
come se i raggi profumati si levassero redentori
dapperttutto e da tutti gli esseri.
chi non brama niente sara punito tre volte
nel profondo, il sogno – padrone per sempre
le acque della vita sono sconfinate ed inebrianti
ignota rimane la forza della bellezza lontana
cagioni di tristezza ci sono in ogni posto
ed in ogni posto trovi piu tardi la gioia
come se i raggi profumati si levassero redentori
dapperttutto, da tutti gli esseri.
IL TUO SGUARDO PROFONDO, DIFFUSO
le tue cadute mi mostrano
la perfezione che sei, che sarai
per sempre.
sono una barca, un guscio di noce
sull’ oceano del tuo respiro
affannato, commovente.
e tu, che dubiti appena della mia esistenza,
senza saperlo, mi imponi come in un incanto
che cosa sognare, sentire,
non tocare ……..
il tuo sguardo diffuso, sconvolto
profondo
e la via per la quale cammino umile
confidente,
il tuo sguardo velato di lacrime, profondo
e l’ unica cosa reale, inestimabile
a questo fine desolante d´ottobre.
il tuo sguardo girando
tutte le strade, senza riposo
mi ha fatto voltar le spalle
allo disfacimento del mondo
ed i tuoi passi delicati, laceranti
scriveranno, forse una nova storia
le tue cadute mi mostrano
la perfezione che sei, che sarai,
per sempre.
IN OGNI MOMENTO LA PREVISIONE
SI PUO AVVERARE
stanco e fresco, spezzato e
veloce come l´acciaio
freddo e fervido, stupito
ti aspetto
come aspetterei una impossibile meraviglia.
se ti fermassi accanto a me
diventerei un centauro dalle ali
di cera trasparenti
e le strade passaggere, irreali
e piene di fango,
non mi condurrebbero piu cosi
perfidamente.
potresti entrare all´improvviso, mal cauta
in mia casa
in ogni momento ci potresti entrare
in ogni momento la previsione
si puo avverare.
con gesti delicati, molli, laceranti
una fila infinita di schiave – padrone
scenderebbero dalle lacrime dei tuoi occhi .
– gli incontri per caso sono proprio
i nostri incontri segnati nel ciel
mi baci, mi stringi in braccio
ed io, tremando,
ti sto ancora aspettando.
L’ ACCIAIO SPIETATO DELL’ UTOPIA
ho creduto sempre
di poter tornare indietro
piroscafi pesanti – naufragio lacerante
ed io credevo di poter tornare indietro
tutti e tutte mi tornavano le spalle
giorno e notte erano medesimi
il dolce e l’ amaro mi parevano lo stesso
la madre nelle sue lacrime
mi avena gia seppellito
mentre io credevo
di poter ritornare
mi allontanavo
mi allontanavo tremando dalla rabbia
mi allontano ancora e mon smetto di ripetere:
posso ancora
posso tornare indietro
IL SUICIDIO DI DOPO IL SUICIDIO
il caffe che prendo dopo il caffe
la sigaretta di dopo la sigaretta
l’ insonnia di dopo l’ insonnia
e la fiducia dopo la sfiducia nascosta
ecco le mie consolazioni
tiro le tende pesanti
ma dinanzi altre tende si stendono
all’ infinito.
bianco, bianco, molto bianco
molto bianco ha annerito
il mio bisogno di bianco
il caffe di dopo il caffe
la sigaretta di dopo la sigaretta
e la sforzo di non scorgere
il vestito stracciato del mondo.
ALL’ IMPROVVISO L’ INFINITO
PERMETTE DI ESSERE PREVISTO
tra me e quello che ti
potrebbe amare
Dio si fa vedere talvolta
insieme a quelle cose strane
che anneriscono il viso del mondo
tra me e quello che
ti corre incontro
ci sono tante cose che si tengono
immobili, foriere
(nebbie salgono e scendono
non voglio toccare
a quello che appena scorgo!)
tra noi I morti festeggiano
insieme ai vivi
il mondo aspetta un nuovo inizio
tra me e quello che avrebbe potuto amarti
tu cammini appena
appena respiri
che bel viso hai
nel mio ricordo!
SI SENTONO LE CAMPANE
che cosa ti potrei dare
per non essere piu cosi triste
che cosa potrei fare
per questi tuoi occhi
cosi delicati
e affetuosi ?
mi ubbriaco e bestemmio
le mie maniere insolenti
mi ubbriaco e bestemmio
il mio destino storto
che mi ha fatto
incontrarti
rovesciato nel carro del cielo
passa un dio d’ argento
come un’ idea di Scestov (Sestov)
ci guarda in silenzio
profondamente
che cosa potrei fare
per questi tuoi occhi
amari e pieni di lacrime?
RIPRENDI, RIFAI, FALSIFICI
non ti fermi mai, meccanismo guasto
riprendi, rifai, falsifici
cadi in ginocchio
ma sempre rimane qualcosa
di straniero
qualcosa che ti punge continuamente
riprendi, rifai, falsifici
e sempre perdi
sempre inciampi
sempre ti allontani
non ti fermi mai
macchina rolta
macchina d’ inferno
cuore infernale
di cane erbivoro.
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SE LE BELLE DONNE SCRIVESSERO VERSI
niente sarebbe più affascinante
niente più bello
potrei guardare così
le acque turbinose
della bellezza
anche se solo di passaggio
anche se solo nelle mie fantasme
ma le belle donne non scrivono versi
le belle donne – le donne astrali –
mi dominano
mi fanno soffrire
e non mi ricevono nei loro sogni
o, se mi sognassero
se sognassero solo a me …
le belle donne non scrivono
versi
perciò il mondo finirà
in affanni terribili
TANTO COMMOSSO
prima di tutto
le cose
mi rendono
profondamente ubriaco
poi, quando voglio vederle,
si confondono tutte
indifferentemente
e spariscono
per sempre
solo la mia emozione
le accompagna
fino alla fine
di tutta la luce
del mondo
FATTO A PEZZI, ABBANDONATO, BUTTATO VIA
dalla pattumiera dove mi sei buttato
non posso alzare la testa
neanche di un millimetro.
adesso non mi sembra più vero
che per quasi vent’anni
mi abbia chiamato il tuo sole…
“se mi aressi dato un giorno della tua vita
se per un’ora fassimo amici…”
diceva il poeta
invece, tu, che mi hai dato
diciotto anni
di bellezza
ti porterò sotto le mie palpebre
fino alla fine,
la mia principessa
oggi che non sono più il tuo sole
oggi non valgo più nulla
oggi per me tutto è finito
la mia principessa…
TI AMO
Ti amo
ah, come vorrei
amarti…
IN AGGUATO
pian piano la mia vita
tramonta
i sogni, le vanità,
le speranze, l’estasi,
le meraviglie, gli accanimenti,
le fedi assurde,
le ansie, le rovine,
le condanne, gli amori,
i complotti, i traviamenti,
le cadute, gli sparenti
tutto
si appossisce
ho perduto tanto
tanto è sparito nel nulla
eppure non ho potuto capire
dove si indirizza la mia vita
adesso, dinanzi a me
è rimasto poco
che voglia toccarmi
(che cosa mi ha toccato, e quando?)
ho lasciato tanto a maturare
per poter cavarne poi l’essenza
ma adesso sto, le mani vuote
dinanzi al mondo, dinanzi a te
sto in agguato e mi guardo
commosso
ingannarmi da solo
INSODDOSFATTI MIEI DESIDERI CHE
STRINGERÒ AL PETTO ANCHE NELLA TOMBA
poter abbracciare
tutto ciò che mi abbraccia
poter amare
tutti che non mi amano
poter toccare
tutto ciò che mi tocca
poter essere
d’un tratto
tutti quelli
che sono stato una volta,
e che continuo di essere
poter sentire
almeno un attimo
il gusto della felicità.
NOTTE INOLTRATA
quando pezzi
cocci
briciole di te
mi appaiono
mi butto
contro me sfesso
come nella più Strana
vicenda
SULL’ ESISTENZA DELLA POESIA IN QUESTO MONDO
talvolta posso scorgere chiaramente
la poesia che accompagna tutti i nostri
brividi, tutti i nostri fiati
– tuttavia è una grande, terribile
vergogna scrivere versi –
talvolta basta uno sguardo
un cenno, uno stupore
perché non mi possa più avvicinare
al foglio bianco, per mesi e mesi
altra volta nè carri armati, nè cannoni
potrebbero impedirmi di vivere per la poesia
– che grande, terribile vergogna
scrivere versi ! –
la tua esistenza nel mondo
è piena di poesia
anche se scrivere non ti ha mai interessato
mentre la vita dei poeti
è spesso scarsa, senza bellezza
– ma è una grande, terribile
vergogna scrivere versi –
mi tengo ritto e guardo
come scende la poesia
sul nostro mondo
e ne sono commoso e felice
sono lieto di vivere
in un secolo pieno di intelligenza
e tenerezza
un secolo in cui
tu sfessa hai degnato di esistere
– tuttavia che grande, terribile
vergogna, scrivere versi ! –
CONFUSIONE
è la notte di Natale
e consento, ancora una volta,
che sono su una via sbagliata
rimpiango di non essere migliore
più sereno e più puro
mi duole che tu mi abbia lasciato
Cristo verrà stanotte
e mi troverà confuso
incompiuto
inconciliabile
incerto
abbandonato
anche da me stesso.
Perdonami, Signore
perché non so più venir Ti incontro
e accordami che
a Pasqua
io possa entrare
nella preghiera
rasserenato
IO NON SAREI MAI PIÙ
Se potessi essere
almeno per un attimo
così come
tu
mi hai immaginato
tu non sogneresti più
di me
ed io non sarei mai più
PASSEGGIATA NEL PARCO COPOU
IL 15 GENNAIO 1999
Com’è stato
terribile
orribile tormento
di assumere anche
la più piccola fessura
del mio animo
Com’è difficile per me
di accettare che sia
diverso e nello stesso tempo
simile al mondo
e di avvicinarmene
Oggi per me il parco Copou
è il centro dell’Universo
vi cammino timido e confidente
come in Paradiso
mi sono ricomposto interamente
mi sono ritrovato dentro di me
là dove ci eri anche tu una volta
oggi è l’anniversaris di Mihai Eminescu
– ecco uno che non ha mai compiuto
quarant’anni –
negli ultimi tempi lo sento
sempre più vicino
come se lo capisca sempre meglio
o come se non lo capisca più affatto
Com’è difficile per me
di accettare che sia
diverso e simile al mondo
e al mio animo
attraverso il parco Copou fresco
puro e chiaro
e mi ritrovo ricomposto interamente
più ricco che mai
È stato terribile
per me
– orribile tormento –
di assumere con umiltà
il pianto soffocato,
oppresso, tutto il pianto
del mio animo
IERI
Ieri la tenero in braccia
ed era tutta mia
solo mia
ieri i suoi occhi profondi
e pieni di lacrime
mi cullavano
con tanta dolcezza
che mia madre avrebbe potuto
star tranquilla
all’al di là
ieri l’alito del sospetto
mi rendeva la speranza
ma oggi
oggi
non trovo più nessun
appogio, nessun sostegno
oggi dapperttutto
sono invaso dal fango
dalla volare violenza
che vogliono impadronirsi
di me
no, no, no
grido, mi sbatto
ma la gente indifferente
bada ai suoi interessi
OSTACOLO ACCANITO, CONTINUO
qualcosa nel mio destino
si accanisce
ad impedirmi
di vivere
la mia vita
tu mi sei allontanato
dall’amore
con cui ti accoglievo
me ne sei allontanato
con calma e dolore
e non trovo più in tutto questo mondo
nessum posto
dove nascondermi
dove morir tranquillo
o respirare in pace
perché qualcosa nel mio destino
si accanisce
ad impedirmi
di vivere
la mia vita
HO DA SCEGLIERE TRA DUE
POSSIBILITÀ CATASTROFICHE
“essere o non essere
questa è la domanda”
(Shakespeare-Amleto)
Ho il privilegio di poter morire
in ogni momento
e ogni attimo
adesso
può essere l’ultimo attimo
della mia vita
che muoia adesso
dopo che tu mi hai ucciso
o che muoia domani
dopo che avrò portato
ancora un giorno
la disperazione
di esistere ?
HO RACCOLTO IMMENSE QUANTITÀ
DI REALTÀ E DI SOGNO
e adesso provo
di farle sciogliersi
nel mio animo
mo invece riescono esse
a dissolvermi
con una dolce persuasione
contro la quale
non si può più lattare
non c’è più verso
– sarei ridicolo –
che mi faccia progetti
per il futuro
tutto il mio avvenire
è solo
questo momento
in cui provo di addormentarmi
provo di imputridire
E NEVICA, E NEVICA
fin’adesso
ho solo finto di vivere
sono vissuto
in modo falso e colpevole
adesso, infine, vedo
che cosa?
– vedo chiaramente come
il mio passato falso, colpevole
pian piano di depone
e copre tutto il mio futuro
e nevica
e nevica
sopra il mio animo
che vorrebbe alzarsi
al cielo
la neve inebriante
la neve divina
la neve abbagliante
mi fa chiedere:
com’è possibile
come si può
che questo mondo esista?
LA VITA INCOMINCIA A 40 ANNI
LA VITA INCOMINCIA OGNI GIORNO
semplicemente
ho sempre rimandato
di vivere
la mia vita è stata
solo
una terribile attesa
di che cosa?
di un pensiero
chiaro e puro
che mi innalzasse
fino all’azzurro sereno
della mia vera esistenza
in vano
ho atteso
in vano aspetto
adesso che non ho più nulla
da perdere
perché ho perso già tutto
non voglio che penetrare
con scasso almeno
nella mia vita, nella mia morte
in questa mia anima
fermata da molto tempo
IL NOSTRO AMORE CONTINUA A MORIRE
Credevo che sarei invecchiato accanto a te
speravo che saresti invecchiata accanto a me
molte volte mi ha commosso
la nostra immagine di vecchietti
tenendosi per mano, a spasso,
nel parco Copou
adesso mi copro gli occhi
e rifinto dolorosamente di aceettare
che il nostro amore stia per morire
che tutto quello che ci ha uniti per
vent’anni
si appassisce, sparisce
nel ridicolo e nel rimpianto
ammiro la tua decisione
anche se non la capisco
adesso che il nostro amore
sta pur morire
mi ricordo che tante volte
abbiamo voluto invecchiare
insieme…
GUARDO L’OSPEDALE
ATTRAVERSO LA NEVE GIALLA
come se aspetti
una notizia chiara
che esca
dal portone dell’ospedale
solo i fiocchi giallastri
di gennaio
cercano di distogliermi
– sei ancora viva?
se potessi piangere
se potessi ancora piangere
forse che il mondo
sarebbe più puro
più sereno…
forse che sotto la neve gialla
di gennaio
potrei in modo stupendo
ballare…
QUANDO IL MONDO HA SENSO?
Quando hai la forza segreta
di contare le tue delusioni
con gioia
quando sei stato morto
e poi risorto
quando non cerchi più
conforto
da nessuna parte
QUANDO UNA DONNA TI VIENE INCONTRO
I Perfida ora quando tutto si confonde
Le cose
si notano e si confondono
senza darne l’impressione
senza sforzo, senza pena
e un destino profumato
le scongiura, le accompagna
il mio amore
da molto tempo
non si fa più vedere
la fiducia è appassita
e la lontananza è diventata
sconvolgentemente vicina
adesso, che é tardi, mi ricordo
una canzone
per tanto tempo preparata
una canzone che resterà
per sempre
non cantata
LA SFORZA DI TROVARTI
alzati e cammina,
alzati e cammina,
tanto che
io ancora ti sto cercando
UNO STATO SCONNESSO E PENETRANTE
Solo quando
non ci era rimasto
nessuno ad aspettarmi
Sono finalmente arrivato
Sentivo ancora il tuo fiato
in tutte le cose, ad ogni passo
e anche se non potevo capirla
chiaramente
la tua voce mi sussurava
ancora qualcosa
sognavo solo al tuo cuore
il cuore tuo – mai fiorito
perduto, abbandonato.
come un pazzo messaggero
avendo dimenticato da molto
la notizia che portava
son arrivato ansante
sul campo nudo, deserto, sterile
un messagero pazzo,
felice,
contempla avidamente
la tua assenza
NON VA PIÙ DALLE DONNE
(Non frequenta più le donne)
Con astuzia l’ho spiato nell’ultimo tempo
da qualche settimana è stanco, impazzito
stracciato da non so che
non bada al cibo
la brocca di vino l’ha rovesciata
più volte
con la sigaretta va più d’accordo
anche se anche la sigaretta gli dà
fastidio.
talvolta scorge il suo fegato innalzarsi
al cielo
altra volta la sua bile sembra esser
arrivata dinanzi al Sole.
non frequenta più le donne
come se evitasse
anzi sfugge le donne con panra
e vergogna
s’indirizza talvolta verso la casa della
donna amata
ma, in realtà, gira le strade, a caso,
e se lo guardo più attento
sembra nascondersi
da tutto quello che appartiene a questo mondo.
evita qualsiasi cosa che potesse fermarlo
e le sue spalle portano uno spavento profondo
nelle notti di dicembre scoppia in pianto,
pieno di rimorso, per aver ritardato spesso
lontano dalla sua stanza…
sempre più ansioso
passando carponi, fremante
estraneo, solitario
con schifo e piacere
prende un foglio di carta
come se lo abbia rubato
e scrive con lettere sconnesse,
tremanti:
“con astuzia l’ho spiato nell’ultimo tempo
da qualche settimana è stanco, impazzito
stracciato da non so che…”
LA RAGNATELA
Così, talvolta, mi stacco
dal mondo
ipnotico, assente, gli occhi sbarrati
mirando a caso
il contorno esigno
della mia esistenza.
da qui, dalla ragnatela,
la vita mi pare, d’un tratto, sopportabile
e le cose mi appaiono
molto più dolci
di quanto le abbia sognate
ma da nessuna parte
c’entra in questo mondo
l’emozione di non essere
presente.
OGNI ATTIMO MI FA SUBIRE ENORMI PERDITE
la mia ribellione è sempre più
lenta, sempre più spenta
la rassegnazione è una stanza dolce
dove mi piace ritirarmi
talvolta
una stanza dalla cui finestra
si può guardare il mondo
con una voglia sopportabile
stendo la mano
e ne ho schifo
stendo la mano e mi chiedo
chi stende la mia mano?
ogni momento mi fa perdere
enormi tesori di cui vengo a sapere
solo quando li sto perdendo.
SCAPPO, FINALMENTE, DALLA MIA GIOVENTÙ
Dio, con quanta gioia
ho guardato scorrersi
gli anni della mia giovinezza
non sapevo come fare
per cacciar via più presto
gli anni della giovinezza
niente mi pareva più piacevole
niente di migliore
che vedere come passa presto
la mia vita.
tutto mi servira
se mi poteva aiutare
a scappare
presto-presto-presto
in un attimo
dalla mia gioventù.
i polmoni mi impedivano di camminare più presto
il cuore era come una muraglia dinanzi a me
gli occhi, sempre insopportabili,
mi abbagliavano dolorosamente
Dio, con quanta gioia
ho guardato scorrersi
gli anni della mia gioventù.
LA NOSTAGIA DELLA BELLEZZA
ho spesso paura
che la bellezza abbia lasciato
questo mondo
prima che io
la possa toccare
sempre qualcuno mi dice
che la bellezza ha esistito
che esiste ancora
ma io
io
non la posso toccare.
COSÌ SI DEVE
perché, communque, non si capisce più nulla
è bene che parliamo di tutto
con sicurezza e superbia
è bene che imbrattiamo anche quello
che non potremo toccare mai più
così si deve:
che guardiamo con profonda rabbia
tutto quello che non capiamo
e tutto ciò che – per un attimo –
ci potrebbe far uscire
da noi stessi
DINANZI ALL’INFINITO
Con i miei limiti vado incontro
all’infinito
come, spesso, efimeri arcobaleni
vengono dissetarsi e calmarsi la vita
nell’Oceano
È TROPPO TARDI, AMORE MIO,
PERCHÉ M’AFFRETTI
non sarò mai più
così vecchio come oggi
all’improvviso mi hanno messo dinanzi
un antico specchio nel quale
mi sono scorto scomposto
mutilato, umiliato
adesso, mi tengo ritto, immobile
sotto gli abeti immensi del giardino Copou
ma dentro di me
tutto si muove
in una confusione
terribile
è troppo tardi, amore mio,
ché mi affretti
dapperttutto ricevo
solo notizie allarmanti
e ripongo tutte le mie speranze
in questo inverno.
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